Lavoro tramite piattaforme digitali.
Questo il tema della nuova scheda di approfondimento Eu-Osha, che riporta rischi e prevenzione nel settore e tre esempi di normative e prassi che negli ultimi anni stanno cercando di regolare il settore in Europa. Tra i quali anche l’esempio italiano.
Attualmente il lavoro tramite piattaforme online è ovunque in espansione, in crescita le offerte di lavoro e da anni si manifestano necessità in Europa e negli Stati Membri per quanto riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori, la tutela previdenziale.
I rischi per i lavoratori impiegati tramite piattaforme digitali sono da un lato molto simili a quelli di ogni altro lavoratore non coinvolto nella platform economy, necessitando quindi già da sé di tutela e sicurezza. Dall’altro lato possono essere esacerbati, inaspriti dalle condizioni specifiche derivanti dalle modalità gestionali. Con rischi maggiori derivanti da fattori come:
determinazione dello stato occupazionale;
gestione algoritmica:
isolamento professionale, scarso equilibrio tra lavoro e vita privata e sostegno sociale;
carriere non definite.
I casi analizzati sono tre e su tre Paesi: Spagna, Italia e Francia. Per quanto riguarda l’Italia il documento Eu-Osha ha evidenziato:
La Carta di Bologna, Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano, 2018;
Decreto Legislativo 101/2019 convertito dalla Legge 128/2019;
– la prescrizione della Procura di Milano del febbraio 2021 che ha imposto a quattro piattaforme
– l’assunzione di 60mila corrieri e comminato una multa da 733 milioni;
– la legge per la tutela dei lavoratori digitali della Regione Lazio aprile 2019;
– la proposta di legge della Regione Piemonte del 2019.
FONTE: Eu-Osha
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